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L’Architetto Sou Fujimoto firma l’House of Music di Budapest, nuovo polo culturale che fonde musica, architettura e natura. Per le sue superfici, rispettivamente in interno ed esterno, Lixio®+ e Sassoitalia® Ideal Work: alta integrazione paesaggistica ed estrema eleganza.

Progettata dal noto Architetto Sou Fujimoto, l’House of Music di Budapest è un ambizioso progetto architettonico facente parte del più grande sviluppo culturale d’Europa, il Liget Budapest Project, che mira a trasformare l’esperienza culturale della città, creando nuove opportunità di svago e aree verdi.

Con l’House of Music, Fujimoto ha voluto mostrare l’esperienza della musica attraverso l’interazione tra natura, suono e luce. Esteso per 9.000 mq, l’edificio comprende sale da concerto, spazi espositivi e un palcoscenico all’aperto. Al piano terra si trovano due sale per gli spettacoli, mentre il piano superiore comprende aule, una biblioteca e spazi per uffici, tutti collegati da una scala a chiocciola. Ai livelli sotterranei si trovano invece spazi espositivi dedicati alla storia della musica europea e ungherese. Paesaggio, architettura e allestimento, con al centro la musica e la potenza del suono: l’House of Music di Fujimoto cancella ogni confine, creando un ambiente fluido in cui tutto comunica ed è in armonia con il resto.

Particolare attenzione merita la copertura, un tetto ondulato intervallato da aperture di dimensioni variabili simili a crateri, a rappresentazione delle onde sonore provocate dalla vibrazione di un oggetto. Sono oltre 100 i fori che consentono agli alberi di passarvi attraverso, incanalando la luce fino ai livelli sottostanti dell’edificio e creando la percezione di camminare sotto le loro chiome. Questa sensazione è rafforzata dalle oltre 30.000 foglie d’albero incastonate nel controsoffitto e fissate in una struttura in acciaio composta da 1.000 elementi a nido d’ape. Una decorazione inedita che crea ulteriori inaspettati riflessi sul pavimento.

Proprio per le superfici interne della House of Music è stata infatti scelta una soluzione lucida, elegante e dal pregio marmoreo: Lixio®+ Ideal Work, il rivestimento cementizio che riprende l’antica tradizione del pavimento alla veneziana, qui scelto in tre diverse varianti di colore. Unendo estetica alle massime prestazioni tecniche, quali la resistenza all’abrasione causata dal traffico e la facilità di manutenzione, Lixio®+ si è rivelata la soluzione perfetta per questo progetto. Per continuità con le superfici interne, gli esterni sono stati rivestiti con Sassoitalia®, la pavimentazione Ideal Work che rievoca la grande tradizione italiana del “sasso lavato”, ideale nei contesti storici e naturali perché l’utilizzo di materiale naturale di provenienza locale consente un’ottima integrazione paesaggistica. La presenza delle graniglie rende inoltre la superficie ruvida e quindi antiscivolo, ed è infine molto durevole nel tempo.

Da non perdere, la cupola sonora emisferica, ispirata dal compositore del 20° secolo Karlheinz Stockhausen, noto per aver creato la prima esperienza uditiva 3D sotto forma di una sala da concerto sferica all’Esposizione Universale del 1970 a Osaka, in Giappone. Progettata per un’esperienza completamente immersiva, permette a 60 visitatori di sperimentare l’audio surround a 360 gradi, emesso da ogni direzione da più di 31 altoparlanti, creando pareti sonore “simili a un ologramma”.

Se il legame con la natura è forte, lo è anche con la sostenibilità: per la House of Music di Budapest sono state installate 120 pompe di calore poste a 100 metri di profondità per fornire energia geotermica all’edifico, mentre la restante richiesta di energia elettrica proviene da un’ulteriore fonte di energia rinnovabile. Il sistema di raffrescamento è altrettanto interessante: si tratta di un sistema a lunga distanza che in estate cattura energia dalla capacità in eccesso della vicina pista di pattinaggio su ghiaccio. Grazie a questi sistemi, il progetto ha ottenuto la certificazione BREEAM.

Data: 2022

Luogo: Budapest, Ungheria

Architetto: Sou Fujimoto – M-Teampannon

ph: Mihály Nagy, György Palkó

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